Di’ la verità. Almeno una volta, anche solo per un nanosecondo, ti è balzata l’idea di comprare i like su Facebook. Hai visto che il tuo concorrente ha più fan di te, hai visto che i fan (per te) crescono lentamente e non vuoi più aspettare.

Vuoi accelerare e ricorrere a questa pratica. Ma conviene davvero comprare like su Facebook? Ovviamente la risposta è no ma, come tutto, va motivato. Ed ecco, quindi, perché acquistare i ‘mi piace’ sul social network di Zuckerberg non ti conviene.

Non puoi fare il cosiddetto ‘pubblico simile’ sui fan

Se hai un pizzico di dimestichezza con il web marketing, probabilmente hai già capito di cosa stiamo parlando. Il pubblico simile non è altro ciò che viene chiamato ‘LAL’, acronimo di Look A Like.

In pratica, Facebook (e Instagram) ti consentono di fare le sponsorizzate prendendo un pubblico che abbia le caratteristiche simile a un altro. Ad esempio, organizzare campagne pubblicitarie rivolte a persone che abbiamo la stessa fisionomia dei tuoi fan.

Molto bello e interessante, ma se hai comprato i fan rischi di andare completamente fuori target. Un bel problema, no?

Ecco, i soldi che, magari, hai ‘risparmiato’ comprando i like li perdi in questo senso. Vale la pena? Assolutamente no!

Contano le persone, non i like

Altro punto molto importante. Spesso le persone (anche, e soprattutto, imprenditori!) pensano solo ed esclusivamente ai like e non al guadagno che può derivare da una buona attività social.

Ci spieghiamo meglio: che senso ha avere centianaia di migliaia di like ma poi nessuno compra i tuoi prodotti o va nel tuo bar/ristorante/ fast food e chi più ne ha più ne metta?

All’inizio puoi essere anche contento. Ma, prima o poi, dovrai fare i conti con la realtà. E la realtà significa che se spendi 100, minimo devono rientrarti 101. I like non sono soldi di per sé, nemmeno quando sono persone vere. Figurati se li hai comprati.

I ban e le penalizzazioni da Facebook

Sono anni che, ormai, va avanti la campagna di Facebook contro l’acquisto di like. Non pensare che, ovviamente, lo faccia perché vuole una comunità migliore. Ma semplicemente per soldi. Perché se le pagine crescono così velocemente si hanno due conseguenze: la prima è che le persone non spendano in sponsorizzazioni – e quindi Facebook ci perde – e la seconda è che perde la credibilità. Come puoi immaginare, un’azienda che fattura miliardi di euro non può assolutamente permettersi una roba del genere.

Per questo, ogni tot di tempo, il social network più famoso al mondo fa una sorta di pulizia e, nel peggiore dei casi, banna anche la pagina. Facciamo un esempio: se tu hai comprato like e hai raggiunto la soglia di 100mila ‘mi piace’ comprati, Facebook prima o poi capirà che c’è qualcosa che non va. 

Per questo, ti ‘cancella’ alcuni like e, in pochi giorni, puoi passare anche da 100mila a 60mila. Una bella ‘botta’, ovviamente. Ma non è solo questo.

Puoi incorrere anche a delle forti penalizzazioni. Già dal punto di vista organico – cioè senza pagare – le persone raggiunte sono soltanto una minima parte di ciò che è tutta la tua fanbase, ma Facebook potrebbe persino penalizzarti e non far vedere i tuoi post praticamente a nessuno. E, poi, ripulire l’account ti costerà del tempo (pensa soltanto a come eliminare, magari, 30mila fan fake) e soldi, se ti rivolgi a un’agenzia.

Ma Zuckerberg e soci possono andare ancora oltre. Ti fanno sparire la pagina e non hai più alcun modo di recuperarla. Come se fosse una sorta di punizione definitiva. Se insisti con questa pratica, infatti, Facebook farà scomparire la tua pagina dal feed del social e anche dalle ricerche. In altre parole, non esisterebbe più. E se provi a cercarla, magari ricordando l’URL, apparirà un bel 404 che ti farà maledire il giorno in cui hai deciso di comprare i like.

Come hai potuto vedere, non esiste un solo motivo serio e valido per comprare i like. Nel web marketing miracoli non se ne fanno: c’è bisogno di pazienza, costanza e competenza. Soprattutto di quest’ultima: del resto, ti faresti fare la casa nuova da un laureato in Architettura o in Filosofia? Ecco, anche online è la stessa cosa.

Articoli correlati